La mostra: Re-coding e la re-immaginazione
Vedere Re-coding è stato come una lunga e densa immersione in un mondo sì familiare, ma dalla natura profondamente diversa, tecnologica, digitale e robotica. Come se ci fosse un leggero slittamento da quell’immaginario artistico che ci appartiene, o meglio, un aggiornamento estetico digitale. La rielaborazione immaginativa di Quayola dell’iconografia classica, delle sculture non finite e della tradizione della pittura di paesaggio – le 3 aree tematiche attraverso le quali si articola la mostra – animano questa dimensione tra il digitale e il reale, tra il contemporaneo e l’antico. Il percorso è fluido e ogni colore, forma e ombra emerge dal buio e si ri-codifica mostrando le innumerevoli possibilità della rielaborazione di opere “classiche”, fra le quali quelle di Botticelli, Raffaello, Bernini e Michelangelo.
Le tecniche usate
La mostra è la prima monografica di Quayola a Roma, a Palazzo Cipolla. L’artista romano, del 1982, ha il proprio studio a Londra e da anni indaga l’arte computazionale ovvero una ricerca artistica che include la creazione di algoritmi, l’uso di tecnologie robotica, intelligenza artificiale e software generativi.
Le sculture realizzate in polvere di marmo e resina, sono scolpite da un braccio meccanico chiuso in una gabbia di vetro. Naturalmente dietro c’è l’input di Quayola. Vederne la realizzazione – nella mostra c’è il video che lo documenta – è impressionante. Tutto è bianco, la gabbia metallica, il braccio meccanico e la polvere di marmo che forma un piccolo deserto vaporoso intorno al robot. L’atmosfera è come sospesa tra qualcosa che è stato, il Ratto di Proserpina di Bernini e altro che sta diventando, la sua ri–codificazione.
Un paesaggio digitale e immersivo
La nuova codificazione del paesaggio, inteso nella sua tradizione pittorica, è una rivelazione. Uno degli aspetti che la caratterizzano è la dinamicità dei colori che si muovono sugli schermi. Anche qui tutto emerge dal buio, e ancora ci si sente ammaliati da qualcosa di familiare e, allo stesso modo, profondamente diverso. La monografica si chiude con un’ultima sala che è un bosco digitale. La si attraversa sentendosi circondato da una tecnologia vivente e quando si esce per strada si ha quasi la sensazione di poter ancora vedere nel mondo reale un po’ di quelle interferenze estetico digitali viste poco prima.
Cosa vedere
Re–coding, a cura di Jérôme Neutres e Valentino Catricalà, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia
Quando
29 settembre 2021 – 30 gennaio 2022
Dove
Roma, Palazzo Cipolla, Via del Corso, 320.
Curiosità: Nel Book shop è presente il catalogo completo, certamente ben fatto, manca, però, una via di mezzo tra la brochure sintetica e il super catalogo con copertina rigida.