Chi sono

Autoritratto, foto di Giulia Tanferna Giulia Tanferna

Sono una storica dell’arte (un link per un ruolo non così conosciuto professione storico dell’arte), ho lavorato per fondazioni (I.S.C.P, NYC) e musei (MUDAM, Lussemburgo e a Roma presso i Mercati di Traiano e il MLAC). Promuovo eventi artistici e di altro genere anche con foto e video. Semplicemente amo sostenere e incentivare avvenimenti di varia natura con una metodologia specifica per ciascun contesto. Oltre alle istituzioni culturali creo contenuti di comunicazione per diversi soggetti ed eventi, anche privati.

Il mio percorso accademico

Racconto chi sono con le storie di come ho iniziato a creare e manipolare le immagini e le parole. Gli esordi sono sempre imperfetti, ma pieni di opportunità per capirsi e migliorarsi nell’interagire con gli altri.

Come ho iniziato a fotografare

Photo

Non ho fatto scuole di fotografia, né Master o workshop. Spesso, però, le mie foto sono state utilizzate da musei, artisti e fondazioni. Il primo guadagno è stato interamente speso per una Canon PowerShot G5 X che mi costringe ad avvicinarmi al soggetto ritratto. Ricordo ancora il primo scatto a 13 anni con una Olympus di mio padre, per le strade di Manhattan. Avevo poco tempo per inquadrare perché i newyorkesi vanno sempre di corsa e ho dovuto essere veloce. Sono riuscita a catturare solo il viso di una ragazza asiatica con lo sguardo pensieroso e un cappello di lana color carne. Mio padre non era affatto soddisfatto del risultato, ma non mi sono persa d’animo e da quel giorno ho affinato l’approccio alla fotografia studiando libri tecnici e critici che potessero guidarmi in un campo così vasto di possibilità.

Le mie foto

Come ho iniziato a girare video

Video

Quasi per caso, ho iniziato a confrontarmi con la produzione di video e come sempre accade quando s’inizia a usare un nuovo mezzo di comunicazione, ho dovuto apprendere un diverso linguaggio: dove le pagine sono la timeline, la scrittura è l’unione d’immagini (video) e parlato (audio), il font è costituito, invece, dal soundtrack, mentre la bibliografia sono i titoli di coda e, se vogliamo, i “sottopancia” possono essere le note.
Il mio primo approccio all’immagine è stato, dunque, dinamico: in altre parole guardavo e catturavo secondi più che fotogrammi, con l’intento di unire le clip in un collage che filasse a tempo di soundtrack. Cerco sempre di ottenere un video finale di pochissimi minuti, per un risultato che catturi senza annoiare.

I miei video

Come ho iniziato a scrivere

Texts

Ho iniziato a scrivere solo dopo aver letto molto. Non mi soffermo su come ho raggiunto una scrittura precisa nel giudizio critico di un’opera o di una specifica corrente artistica. È stato un percorso lungo e difficile. In campo accademico sono una traduttrice particolare, perché interpreto un linguaggio artistico che ha scelto di non utilizzare alcun alfabeto ma immagini di varia natura. Successivamente ho affrontato altri tipi di scrittura, molto più sintetici e funzionali per la comunicazione di mostre, eventi, workshop, e così via discorrendo. La gestione dei social media mi ha introdotta in un modo nuovo di comunicare con brevissime frasi, immagini di supporto, emoji divertenti, hashtag, tag, link esterni e molto altro.

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