Famosi, anzi famosissimi, Maurizio Cattelan, Yayoi Kusama, Anish Kapoor, Jeff Koons e Christopher Wool, a prescindere dal gusto di ciascuno di noi, sono leggenda. Acclamati dalla critica, lavorano con i più grandi musei del mondo e le loro opere si acquistano nelle più affermate gallerie d’arte esistenti.
Ciascuno dei magnifici cinque ha un proprio sito online personale e se si pensa di trovarsi di fronte a dei super siti web, perfetti e aggiornati, si è fuori strada. A volte si tratta di piccole sviste tecniche, che, però, possono minare la credibilità dell’artista. Altre, invece, manca l’intenzione di porsi nei panni del proprio pubblico, eppure non siamo davanti a delle opere d’arte, che possono anche permettersi di essere criptiche. Il sito di un’artista dovrebbe aiutare lo spettatore a sentirsi parte del proprio periodo culturale, o anche favorire il dialogo fra l’autore e il proprio pubblico o, ancora, il confronto fra artisti diversi.
1 MAURIZIO CATTELAN | SITO WEB UFFICIALE? QUALE ?
Marizio Cattelan, controverso quanto popolare artista italiano non ha un sito ufficiale, ma diversi progetti creati da lui o in collaborazione fra i quali ToiletPaperMagazine e RealShit (qui solo per la realizzazione del packaging).
Prendo in esame, “Made in Cattelan”, chiuso recentemente, forse il progetto che più si avvicina all’artista in quanto tale. Il sito, in stile volutamente soft-Kitsch è declinato nei colori rosa e blu e sostiene l’idea di un’arte accessibile a tutti, “Art for all”. Chiunque, a prescindere dalle proprie possibilità economiche, diventa un collezionista di sciarpe art–ultras per i tifosi dell’arte contemporanea.
→ Punto forte
Design interattivo, ludico e divertente, ma soprattutto in linea con le intezioni dell’artista, vale la pena descrivere cos’era perché ora “Made in Catteland” non è più online.
Una nuvola bianca sorridente è il puntatore del mouse e ogni volta che il cursore si muove lascia una traccia nera che non scompare, e si può, come dire, “pasticciare” sullo sfondo della homepage, che è la fotografia dell’artista vestito con un completo rosa. In questo sfondo pop fluttua l’emoji dell’arcobaleno, ma ogni volta che si prova a raggiungerlo scappa in un’altra zona dello schermo.
Il menu è circolare e ogni volta che si sceglie una voce la nuvola cambia colore in nero. Il sito fornisce, dunque, diverse piccole occasioni di interazioni ludiche con l’user. Inoltre se si clicca su “Kill the idiots” l’utente può giocare a un game ispirato ai classici anni ‘80-90 (stile Galaxian), solo che invece di astronavi in combattimento c’è l’iconico dito medio contro una moltitudine di teste dell’artista da abbattere.
ERRORE DA EVITARE → Diversi progetti (principalmente ToiletPaperMagazine e Made in Catteland), ciascuno con il proprio sito, la propria pagina Facebook, Instagram e canali Youtube… non sarà un po’ troppo? Quanto costa mantenere e gestire questi siti web? Non si rischia di frammentare il “marchio” Cattelan?
SUGGERIMENTO → Scegliere un nome di dominio e creare dei sottodomini per ciascun progetto, infine unire i Social Media.
2 YAYOI KUSAMA | IL PATTERN A PUNTINI… MA È SICURO NAVIGARCI?
Yayoi Kusame è un’artista multimediale giapponese, trasferitasi a New York nel 1958. Nel suo sito il pattern puntiforme è lo sfondo che si accorda con il menu verticale a seconda dei colori.
Avere un’identità chiara e riconoscibile fin da subito è sempre un bene, peccato che il sito non abbia attivato il protocollo https, che assicura una navigazione protetta per l’utente (Google Transparency Report).
ERRORE DA EVITARE → L’errore, sebbene piccolo, non è da sottovalutare, perché molti browser sconsigliano la navigazione su questi siti. Questo è un dettaglio che, a certi livelli, non si può tollerare.
SUGGERIMENTO → Tenere il sito adeguatamente aggiornato agli standard di navigazione, in questo caso utilizzando il moderno protocollo HTTPS.
3 ANISH KAPOOR | BELLISSIMO… MA PUÒ ESSERE UN INCUBO LEGGERE
Anish Kapoor, artista di origine indiana, tra i più celebri scultori contemporanei al mondo, ha un sito incentrato sulla parola. Tutto è racchiuso nella schermata di inizio.
La Homepage è un muro grigio chiaro di parole. Fortunatamente l’intuitività di rapportarsi al sito tramite il menu (in alto a sinistra) funziona. Cliccandovisi si capisce la logica di chi ha pensato questo sito: ciascuna voce del menu è colorata e, a seconda dell’elemento selezionato, emergono dal fitto testo sottostante tutti i termini collegati a ciascuna voce. Come? Semplice, le parole si colorano di rosso, verde, blu o nero a seconda del loro significato. Si scopre, poi, che quella porzione di testo colorata è un link proprio di ciascun lavoro, esperimento, collegamenti o dati biografici.
ERRORE DA EVITARE → Il sito non prende in considerazione la leggibilità e l’accessibilità alle informazioni condivise. Malgrado l’idea di base sia interessante, la pagina rimane di difficile lettura e può scoraggiare, se non interrompere, la navigazione di chi riscontra una difficoltà. Ovviamente, se si visita il sito su smart phones è ancora peggio!
SUGGERIMENTO → Pensare dei percorsi alternativi per persone con difficoltà a leggere con colori diversi dal nero su fondo bianco, fra i quali ipovedenti e diversamente abili!
4 JEFF KOONS | CHE NOIA CHE BARBA CHE NOIA!
L’artista americano, considerato dai più l’erede di Andy Warhol, a dispetto di tutte le previsioni ha un sito standard. La pagina di accesso ha ben in mostra il nome dell’artista sull’immagine di una delle sue sculture più celebri, Balloon Dog. Da qui si entra in un sito portfolio completo di un menu orizzontale con le classiche voci di un sito d’artista (Artworks, exhibitions, biography, ecc.).
Se si osserva la pagina dedicata alla biografia dell’artista si nota il classico “bottone di ricerca”. Un elemento, generalmente molto utile, ma qui posizionato in una zona dove non ci sono elementi da ricercare, come può avvenire in un blog (per la ricerca di vecchi post o categorie) o in un archivio di immagini di opere d’arte (gallery).
Inoltre la voce “Talks and lectures” (sempre in “Biography”) è un elenco scritto ordinato cronologicamente delle conferenze e lezioni da lui tenute. È un peccato, perché molte di quelle righe sono dei link a dei video YouTube. Sarebbe stato più efficace includere una gallery di video embeddati direttamente in quella pagina. Ciascun filmato poteva includere una didascalia con tutte le informazioni ritenute rilevanti.
ERRORE DA EVITARE → Anche qui la navigazione non è sicura, ma gli errori più gravi sono:
1_ qual è la logica del pulsante “search” in questa pagina? Non è un blog, ne un archivio e dunque non ci sono ne articoli e ne immagini da ricercare.
2_ l’incuria dei dettagli: per esempio il pulsante “Search” non è in linea con il design del tema del sito
SUGGERIMENTO →
1_ chiedersi se davvero c’è bisogno del pulsante “search” in quella zona della pagina. Possono esserci anche altre soluzioni e considerare il pulsante come un widget da inserire nel Blog sidebar o nella barra del menu principale.
2_ se proprio si vuole tenere il pulsante “search”, si potrebbe almeno coordinare il suo design con quello del tema del sito (colore, posizione, padding, margin, radius, ecc)
5 CHRISTOPHER WOOL | ANNI 1985–2020, UN SITO CALENDARIO?
Se Anish Kapoor sceglie le parole per la sua Homepage, Chrisoper Wool si affida alla sequenza degli anni della sua carriera artistica, dal 1985 al 2020. Anche qui non si mostrano immediatamente le foto delle opere, come dire, “me lo posso permettere”, fin qui tutto bene. Il sito dell’artista americano è rigoroso quanto ben organizzato, perché ogni anno è composto da un elenco in riferimento a un’opera, un’istallazione o una mostra. La sequenza logica della successione dei link è: anni > titolo + breve descrizione > immagine dell’opera. Il rigore cronologico risalta anche dalla scelta bicromica del bianco e nero, la sola nota colorata è nelle foto delle sue opere.
ERRORE DA EVITARE → L’idea è buona, ma si rischia di essere associati a qualcosa di diverso rispetto le proprie aspettative, tipo un calendario e non credo fosse questa l’intenzione.
SUGGERIMENTO → Perché non fare una minima ricerca o sondaggio preliminare? Ad esempio, qual’è la prima informazione che il mio pubblico vorrebbe sapere sul mio lavoro?
LORO POSSONO!
Sono artisti e possono fare quello che vogliono! Vero, ma fino a un certo punto. Anche l’artista avrà un mutuo da pagare e supermercati presso i quali fare la spesa. Gli autori vendono il loro prodotto (l’opera d’arte), come hanno sempre fatto, non è una prerogativa di questi ultimi anni. Tiziano, per esempio, percepiva qualcosa di paragonabile allo stipendio e stiamo parlando di secoli fa.
QUINDI?
Non c’è la ricetta perfetta, ma assumere il punto di vista del proprio pubblico è una buona partenza. Inoltre, se possibile, bisognerebbe gestire costantemente il proprio sito, e fare attenzione ai dettagli, magari con l’aiuto di persone o società che lo fanno di mestiere. Infine l’accessibilità e la leggibilità sono fondamentali, perché, senza saperlo, si escludono degli users che potrebbero essere interessati.